Sembra impossibile, eppure la divulgazione di massa della “tecnologia” (gli smartphone, in primis) ha fatto in modo che la stragrande maggioranza della popolazione italiana, ovvero analfabeti funzionali e analfabeti e basta, si sia elevata al rango di scienziato; o, almeno, a quello di intellettuale generico, esperto di un po’ di tutto con buona pace di Salvatore Aranzulla.
Tecnologie che sono state scoperte come il fuoco, in barba a tantissimi imbecilli che hanno sprecato la loro vita a studiare e magari laurearsi, considerato che ormai ci sono app per risolvere qualsiasi problema. Piovute dal cielo, naturalmente.
Resta da spiegare come sia possibile che moltissime persone, ogni giorno, siano vittime di truffe o, nel migliore dei casi, siano fedeli acquirenti di oggetti assolutamente inutili, specialmente spazzatura elettronica. Il tutto, mentre una manciata di aziende americane fattura miliardi di dollari e i nostri criceti-scienziati continuano a lavorare gratis per queste, inconsapevolmente.
Un po’ quello che è successo con la diffusione di massa dell’automobile: senza dover scomodare la Fisica o la Meccanica Razionale, chiunque possa acquisire una patente è automaticamente abilitato alla guida di un veicolo; questo può essere benissimo una Panda o una Ferrari - e chi è al volante è spesso convinto di riuscire a pilotare un aereo.
La strage quotidiana sulle strade, oppure aver avvelenato e reso invivibili le città, è il giusto prezzo che dobbiamo pagare per avere accesso alla tecnologia.